Autore: ROBERTA CUZZOLA
ARCHITETTO – ARTISTA

 

L’essere umano riceve continuamente impulsi stimolanti da questo meraviglioso mondo fatto di luci, forme, materiali e colori.
Essendo un essere pensante ma, al contempo, portatore di una primordiale istintività, egli interviene sul contesto in base a questi due differenti modi di agire.
Molto spesso è l’istinto a predominare sulle nostre scelte, o almeno su quelle che, in seguito, si rivelano più “ricche di gusto”.

La via che porta al piacere, tante volte, non segue la strada della razionalità.

In questo straordinario viaggio verso il gusto, l’uomo deve lasciarsi guidare dai cinque sensi che entrano simultaneamente in gioco e dalle sensazioni che affiorano delicatamente e camminando in punta di piedi, trasportano l’individuo in una coinvolgente ed immaginaria danza verso ciò che brama.

Il cibo – oltre ad essere un bisogno primario per l’uomo poiché fonte del suo sostentamento – è anche desiderio, fonte di piacere; non a caso, la gola, è uno dei sette peccati capitali.

Cibo e colore, un connubio non troppo scontato che, oltre a stuzzicare il palato, accende la curiosità.

Il colore stesso è frutto di una percezione e di una sensazione, nasconde in sé un aspetto magico e misterioso che intriga ed incuriosisce.
Si genera così un rapporto individuale e unico che lega il soggetto ad una determinata cromia; ne nasce un tacito e segreto dialogo a due che può non corrisponde al linguaggio di un’altra persona con la medesima tonalità.

Secondo la teoria dei colori di J.Itten, quelli in posizione opposta al cerchio cromatico cioè complementari, formati da un primario e da un secondario, esaltano le loro cromie se accostati perché ciascun colore non contiene al suo interno traccia dell’altro : rosso – verde, giallo – viola, blu – arancione.
La buona riuscita visiva sta nel giusto dosaggio di entrambi, non devono essere distribuiti in egual misura perché altrimenti l’effetto è di sgradevole confusione.

Ecco quindi che un’insalata caprese composta da pomodori, un po’ di mozzarella ed una manciata di foglie di basilico risulta essere fresca sia al palato che alla vista.

“Anche l’occhio vuole la sua parte” un detto che cade a fagiuolo in questa circostanza.
Non bisogna trascurare il fattore estetico, la quantità e la disposizione del cibo decretano l’armonia del piatto.

Perché scegliamo un piatto, un alimento al posto di un altro?

Di questo argomento se ne discute da un po’ di tempo ma ancora non esiste una legge universale a cui fare riferimento o una regola chiara e definita da applicare scientificamente.
Indubbiamente il colore, insieme a tutti i fattori esaminati e ad altri che sono localizzati a livello inconscio, influenzano le nostre scelte – non solo concernenti la sfera alimentare – in una dimensione assolutamente soggettiva. L’unica regola è quella di non seguirne nessuna!
Ognuno deve essere libero di sperimentare e scegliere in base alle proprie affinità selettive, liberamente ed in modo incondizionato.

Credo che non bisogna incaponirsi nel voler conoscere il perché delle cose, voler dare a tutto una risposta…ed in questo caso, secondo il mio punto di vista, non c’è un perché!
Nel volerlo analizzare e circoscrivere si rischia di perdere l’essenza stessa del piacere!