Un itinerario alla scoperta dei locali storici d’Italia, luoghi chiave della storia, della cultura e dell’ospitalità italiana. Da oggi vogliamo portarti alla scoperta dei meravigliosi locali italiani che hanno fatto la storia e che ancora oggi sono un simbolo, un’attrazione, e un punto di riferimento, per turisti ma non solo.
Oggi tutti i locali storici sono tutelati dall’Associazione Locali Storici d’Italia. Nata di fatto nel 1961, e costituita ufficialmente nel 1976 dal giornalista Enrico Guagnini e da Angelo Pozzi, allora titolare del Ristorante Savini di Milano. Per far parte di questo prestigioso circuito i locali devono avere almeno 70 anni di storia, conservare ambienti e arredi originali, ma anche presentare cimeli, ricordi e documentazione storica sugli avvenimenti e sulle frequentazioni illustri.
Locali Storici d’Italia più antichi e longevi
L’Hotel Cavalletto e Doge Orseolo di Venezia e il Ristorante Oste Scuro Finsterwirt di Bressanone, entrambi del 1200, la Locanda del Cerriglio di Napoli, del 1288, il Parkhotel Luna Mondshein di Bolzano, del 1320, e l’Antica Locanda Mincio, di Valeggio sul Mincio, del 1407, sono i locali storici più longevi d’Italia.
Hotel Cavalletto e Doge Orseolo di Venezia
È tra i più antichi alberghi d’Italia. Nel 1200, quand’era locanda, qui sostavano i dogi prima della caccia al cinghiale nella boscaglia del Lido. Citato nelle cronache d’ogni secolo. Il Tassini, nelle “Curiosità veneziane” del 1863, ricorda che l’oste del “Cavaletum”, nel 1398, usava vasi da vino più piccoli del prescritto. Nel 1800 venne ristrutturato con la creazione del bacino Orseolo. Tra le due guerre, fu salotto intellettuale della marchesa Casati e del Duca degli Abruzzi. Tra gli ospiti illustri Richard Strauss, più volte Hermann Hesse, Ugo Ojetti, Ettore Ximenes e Winston Churchill (www.hotelcavallettovenice.com).
Ristorante Oste Scuro Finsterwirt di Bressanone
L’Oste Scuro” si trova all’interno di uno degli edifici più antichi di Bressanone le cui origini risalgono al 13esimo secolo e fungeva da abitazione dei canonici. Dal 1743 i canonici, tuttavia, non utilizzarono la casa come abitazione, bensì come osteria. Servivano il cosiddetto “Zehentwein”, ossia il vino che i contadini fornivano loro come pagamento dei tributi.
Per non disturbare il riposo notturno della canonica, l’osteria, in teoria avrebbe dovuto chiudere all’imbrunire, con il divieto, di non poter accendere alcuna luce. Tuttavia, questa regola non fu sempre rispettata e nella “Kapitelschenke” (osteria del Capitolo) si continuava a bere al buio. Ecco il motivo per il quale, secondo la tradizione popolare, l’osteria porta il nome di Oste Scuro.
Come si evince dal libro degli ospiti, in breve tempo divenne un locale particolarmente rinomato in tutti gli ambienti frequentati all’epoca dalla monarchia. Il libro degli ospiti, infatti, porta le firme dell’arciduca Eugen, il successore al trono l’arciduca Franz Ferdinand e della sua sposa la contessa Sophie von Hohenberg, l’arciduchessa Maria Josefa, la madre del futuro imperatore Carlo, così come artisti del calibro di Franz v. Defregger, Köster e Riß, studiosi, scienziati e ricercatori sino ai giorni nostri.
Ristorante Locanda del Cerriglio a Napoli
Famosa taverna del porto di Napoli dove, il 24 ottobre del 1609, all’uscita da una cena, Caravaggio venne assalito e sfregiato. Tra buon cibo, vino e donne di piccola virtù, sostavano Giambattista Basile, autore di “Lo cunto de li cunti”, l’alchimista Giambattista Della Porta, Giulio Cesare Cortese, autore del poema “Il Cerriglio ‘ncantato”, e Benedetto Croce. Chiusa dopo il Risanamento di Napoli del 1885 e salvata perché adibita a magazzino, ha riaperto nel 2014 dopo un decennio di restauri. Conserva l’antica sala, la cantina sotterranea a volta, le salette al piano superiore, dedicate a eventi culturali, e le ricette della tradizione (www.locandadelcerriglio.it).
Hotel Luna Mondschein di Bolzano
Nel Medioevo era la Taverna “Manschein”, famoso posto di ristoro per chi doveva affrontare viaggi nelle vallate. Alla fine del 1400, una bolla di Massimiliano I, imperatore del Sacro Romano Impero, conferì uno stemma araldico all’Osteria Luna. Un antico libro di cassa testimonia la sosta nel 1809 del patriota tirolese Andreas Hofer, a cui è dedicata la stube del XVII secolo. Tra gli ospiti illustri Friedrich Karl principe di Prussia e l’arciduca Otto d’Asburgo. Elegante, con un romantico giardino, conserva l’antica facciata e sale affrescate. Cinque generazioni della famiglia Mayr dal 1798 (www.hotel-luna.it).
Ristorante Antica Locanda Mincio a Valeggio sul Mincio
Napoleone era qui, alla fine di maggio del 1796, comandante dell’Armata d’Italia, e cacciò gli austriaci al di là del Mincio. Nel 1848, fu al centro di uno scontro tra i piemontesi del generale De Sonnaz e gli austriaci. Menzionata come taverna già nel 1407, nel contratto di vendita del “Feudo di Borghetto” al patrizio veneto Contarini, fu confine tra impero austro-ungarico e Repubblica veneta. Ritrovo romantico di grandi attori, Visconti vi girò le battaglie di “Senso”. Storici gli “agnolotti”, ricetta importata dal mantovano e rivisitata a inizio Novecento. Dal 1919, quattro generazioni (www.anticalocandamincio.it).