Il cibo italiano si conferma quello più cercato su Google. Tartufo, Gorgonzola e Prosecco: il trio goloso e vincente
Non solo l’Italia risulta essere la nazione più cercata come destinazione turistica, ma anche le sue eccellenze enogastronomiche la fanno da padrone. Infatti, insieme al Prosecco e al Tartufo sul podio dei prodotti made in italy più ricercati su Google c’è il nostro amato Gorgonzola. La cucina italiana quindi mantiene la sua leadership nel food online. Lo conferma un focus di Google Italia sui trends legati al mondo del turismo enogastronomico.
Merito, senza dubbio, della sua bontà, delle caratteristiche organolettiche, ma anche della promozione in atto negli ultimi anni da parte del Consorzio per la Tutela del Formaggio Gorgonzola DOP. Il Gorgonzola non è più quindi un prodotto finalizzato ai soli consumatori della media o avanzata età ma è diventato un cult che piace moltissimo anche ai più giovani. Si narra che il gorgonzola nacque nell’anno 879 alle porte di Milano, in una cittadina che porta lo stesso nome. Una versione più recente, invece, racconta delle sue origini in località di Pasturo e le sue grotte, in Valsassina.
Il nobile Gorgonzola e la sua storia
Parente italiano di Stilton e Roquefort, ma a suo modo unico, questo erborinato non ha niente da invidiare ai “cugini” stranieri. Dolce o piccante, la sua versatilità è assoluta e preziosa. Il Titanic se ne portò in fondo al mare un buon numero di forme, nel naufragio dell’aprile 1912. Quante, è impossibile dirlo. Tuttavia è certo che il Gorgonzola, già al tempo, godesse di fama internazionale, tanto da fare buona comparsa nel menu del ristorante di prima classe del transatlantico più famoso della storia.
Capitale del Gorgonzola è Novara, città piemontese che parla lombardo: qui si custodisce ancora la memoria di quel treno merci carico di questo formaggio che, ogni settimana, sbuffava verso l’Inghilterra all’inizio del secolo scorso. Qui a Novara, i più anziani lo chiamano ancora in dialetto stretto ‘chèga’. Per loro, il Gorgonzola è sempre stato, semplicemente, il gustoso rompidigiuno delle lunghe giornate al lavoro, trascorse in fabbrica o nei campi. Con la sola aggiunta di un tozzo di pane, e senza troppe pretese di nobiltà. L’origine del chèga rimanda direttamente alle nozioni casearie dei popoli celti: il Gorgonzola appartiene infatti alla grande famiglia degli erborinati europei con l’autorevole compagnia, ad esempio, di Stilton, Roquefort e degli altri blue-cheese e fromage bleu britannici e francesi.
Certa è anche la passione di Carlo Magno per questi formaggi con le caratteristiche ‘muffe’, tanto da ordinarne regolari rifornimenti per il suo palazzo di Aquisgrana. Il lessico che definisce il Gorgonzola è importante e curioso, a partire dal nome stesso che fa riferimento all’omonima cittadina lombarda. Erborin, invece, nel dialetto lombardo significa prezzemolo: che, con la produzione di questo formaggio, non c’entra nulla salvo richiamarne, nel colore, le caratteristiche venature verdognole. Allo stesso tempo, si tratta di un formaggio stracchino, termine che indica le vacche ‘stracche’ (stanche) che, dai pascoli estivi in quota, tornavano appunto nella piana lombarda, al centro della quale c’è appunto la cittadina di Gorgonzola.
Le tipologie di Gorgonzola in realtà sono due, e la differenza non è da poco: il Gorgonzola ‘dolce’ (quello più delicato cremoso) si distingue infatti da quello ‘piccante’, che ne indica la versione più robusta e compatta. Si tratta dei due termini esatti contemplati dal disciplinare, che pure ne stabilisce area e modalità di produzione. Si tratta, infatti, di un formaggio a Denominazione di Origine Protetta (dal 1966), che si può produrre in determinate aree di Piemonte e Lombardia: le province di Novara, dove oggi si concentra la maggioranza dei caseifici e dove ha sede il consorzio di tutela.
E poi Vercelli, Cuneo, Biella, Verbania, alcune zone del Monferrato, oltre alle lombarde Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Pavia e Varese. Inoltre ogni forma deve essere marchiata all’origine e riportare sempre l’indicazione del caseificio in cui è stata prodotta. Perché possa essere venduto come tale, il gorgonzola Dop deve essere avvolto in fogli di alluminio recanti la [CG] del Consorzio senza la quale il formaggio semplicemente non è Gorgonzola.
Oggi il Gorgonzola non solo è il formaggio più ricercato online ma si conferma protagonista indiscusso della cucina mondiale: la sua versatilità è sorprendente, tanto che è davvero intrigante ideare un menù tutto dedicato al celebre erborinato: dall’antipasto al dolce (il gelato è qualcosa da provare), passando per risotti, paste, salse con cui accompagnare una buona tagliata o un arrosto. Altrettanto copiosa è la possibilità di abbinamento con i vini, partendo dai bianchi aromatici (da sposare al Gorgonzola dolce), passando dai grandi Nebbioli invecchiati fino ai vini passiti, che sono straordinari per accompagnare una ‘meditazione’ di Gorgonzola piccante lungamente stagionato.
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