Le Vigne urbane: i vigneti che non ti aspetti di trovare in città

La vigna non è solo solo il simbolo di un dolce paesaggio collinare! Perchè, forse non tutti possono immaginare che, le vigne possono essere anche città. Il verde inaspettato nella giungla di cemento, un verde di tradizione e terra, che trasforma i confini della città in orizzonti nella città. Queste sono le vigne urbane, coltivazioni uniche all’interno di un’area metropolitana.

Lo scorso 30 maggio, a tutela e promozione di questo patrimonio, è nata U.V.A, la Urban Vineyards Association. Associazione internazionale, presieduta da Luca Balbiano, titolare dell’omonima Azienda Vitivinicola Balbiano, e dedicata alla valorizzazione della viticoltura urbana, con l’obiettivo di tutelare il patrimonio rurale, storico e paesaggistico rappresentato dalle vigne urbane e di valorizzarlo sotto il profilo culturale e turistico.

Obiettivo dell’associazione? Portare avanti la realizzazione di un circuito delle Vigne Urbane. Un percorso internazionale rivolto al turismo culturale di qualità che colleghi i vigneti cittadini d’Europa, unendo i filari del Nord Europa con quelli siciliani e mediterranei.

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Vigna della Regina – Torino / Foto by urbanvineyards.org

Le viti coltivate all’interno delle città, infatti, sono spesso dei veri e propri tesori di biodiversità. Le varietà antiche, in alcuni casi esemplari e biotipi rarissimi nel panorama ampelografico di una regione, sono state propagate nei secoli senza mai essere sostituite con altre, più produttive o apprezzate dai mercati, come è avvenuto invece nei vigneti destinati alla produzione e al commercio.

Le vigne urbane invadono le città d’Italia e d’Europa

Dopo Torino, Siena, Venezia, Parigi, nella Urban Vineyards Association arrivano i vigneti cittadini di Milano, Palermo e della laguna veneta. A soli sei mesi, infatti, dalla sua nascita, UVA si allarga. Si uniscono dunque al circuito la Vigna di Leonardo a Milano, la Vigna del Gallo dell’Orto botanico di Palermo e i filari di San Francesco della Vigna a Venezia.

Scopriamo insieme le vigne urbane italiane che fanno parte dell’associazione:

1. Vigna della Regina – Torino

Sulle pendici più urbane della collina torinese, alle spalle della Chiesa Gran Madre di Dio vi è la sabauda e defilata eleganza della seicentesca Villa della Regina, voluta e progettata dal principe Maurizio di Savoia all’inizio del Seicento. Dal 1997 la villa è anche Patrimonio dell’umanità UNESCO. Definita quale vero e proprio fondale scenografico dello spettacolo di Torino, Villa della Regina ospita, l’unico vigneto urbano in Italia a produrre un vino cru certificato DOC.

2. Vigneti della Laguna – Venezia

L’Associazione Laguna nel Bicchiere nasce dalla curiosità di Flavio Franceschet, che nel 1993 fece la scoperta dei vigneti della laguna e, in particolare, dell’orto-vigneto di San Francesco della Vigna sull’isola di Sant’Elena.

3. Vigneti Senarum Vinea – Siena

Si chiamano Gorgottesco, Tenerone, Salamanna, Prugnolo gentile, Rossone, Mammolo e si distinguono dai vitigni più noti per una particolarità: da centinaia di anni il loro terroir d’elezione è la città di Siena.

Sono alcuni dei più antichi vigneti che la città riscopre grazie a Senarum Vinea: le vigne storiche di Siena, il progetto di riconoscimento e valorizzazione del patrimonio viticolo autoctono e delle forme storiche di coltivazione nella città murata, ideato dal Laboratorio di Etruscologia e Antichità Italiche dell’Università di Siena, promosso dall’Associazione Nazionale Città del Vino con il contributo della Fondazione Monte dei Paschi di Siena e affidato all’Azienda Agricola Castel di Pugna.

4. Vigna di Leonardo – Milano

Una storia dimenticata lega Leonardo da Vinci alla città di Milano: la storia della Vigna di Leonardo. La vigna che nel 1498 Ludovico il Moro, regalò a Leonardo e che rinasce oggi, finalmente, nel rispetto dei filari e del vitigno originari. Oggi cresce di nuovo rigogliosa la Vigna di Leonardo per volontà della Fondazione Portaluppi e degli attuali proprietari di Casa degli Atellani, grazie al progetto scientifico della Facoltà di Scienze Agrarie di Milano.

In fondo al giardino di Casa degli Atellani, Leonardo da Vinci coltivava Malvasia di Candia aromatica. A settembre del 2018 è avvenuta la prima vendemmia! Così, a cinque secoli dalla sua morte vedranno così la luce le prime bottiglie del Vino di Leonardo, coltivato nell’amata vigna che il Moro regalò al più prezioso dei suoi cortigiani.

5. Vigna del Gallo – Palermo

La Vigna del Gallo dell’Orto Botanico di Palermo custodisce 95 viti di vitigni autoctoni, un patrimonio inestimabile della viticoltura siciliana. È una testimonianza tangibile della biodiversità dell’isola. Il progetto della Vigna del Gallo è stato avviato nell’ottobre del 2018 dal Sistema museale dell’Università di Palermo e dal Consorzio di tutela vini Doc Sicilia, con la collaborazione del Dipartimento di Agraria dell’Università di Palermo.

6. San Francesco della Vigna – Venezia

San Francesco della Vigna rappresenta il vigneto urbano più antico di Venezia. Nel complesso di San Francesco della Vigna vi sono tre chiostri, due sono adibiti a orto e vigneto, nel terzo viene invece raccolta l’acqua piovana, usata poi per irrigare i vigneti.

Oggi il vino prodotto dalla vigna si chiama Harmonia Mundi. Il ricavato delle bottiglie vendute (circa un migliaio) viene utilizzato per finanziare le borse di studio per gli studenti dell’Istituto di Studi ecumenici della facoltà di Teologia presente nel complesso. Il vino che verrà prodotto a partire dall’annata 2019 sarà a marchio Santa Margherita.