Una vera e propria super potenza dell’uva: potrebbe essere questa la definizione dell’Italia, prima al mondo per numero di vitigni (ben 545) e per produzione enologica.
Il Bel paese si colloca infatti, insieme a Francia e Spagna, tra i leader nella produzione del vino, nonostante la “spinta” sempre più forte di alcuni Paesi extraeuropei emergenti come la Cina, il Cile, gli Stati Uniti e la Nuova Zelanda. È questo lo scenario generale tracciato dal libro “Geografia della Vite, IV: la viticoltura italiana” del professore Riccardo Mazzanti dell’Università di Pisa.
Una produzione da record
Una produzione da record, quella enologica nostrana, che complessivamente si aggira sui 55 milioni di ettolitri, oltre la metà dei quali riferibili a vini bianchi. Tra le etichette, l’Italia può vantare oltre 400 vini a Denominazione d’Origine Protetta, 73 dei quali Dogc, e 118 vini a Indicazione Geografica Tipica. La maggior parte di esse viene accolta da regioni chiave quali il Piemonte e la Toscana, seguite da Veneto e Lombardia. Quasi un quinto della produzione nazionale proviene da viticoltura biologica.
Il ruolo chiave del vino nel Mezzogiorno
Scendendo maggiormente nel dettaglio, lo studio rivela come quasi la metà dei vigneti si trovi nel Mezzogiorno, in particolare in Puglia e in Sicilia, seguito dal Nord (36%, soprattutto il Veneto). Nel Centro Italia, invece, primeggia la Toscana (8%).
E’ indiscusso, in questo senso, “il primato di Regioni come il Piemonte, la Toscana, il Veneto, il Trentino Alto Adige o il Friuli, che costituiscono un modello per la viticoltura e l’enologia mondiale grazie al loro un ruolo-guida a livello produttivo, organizzativo e di presenza sui mercati” spiega il Prof. Mazzanti.
Le Strade del Vino
Un’analisi, la sua, che tiene conto anche dell’aspetto culturale e turistico del vino, come per esempio le Strade del Vino, nate per promuovere e far conoscere maggiormente le aziende e le produzioni vinicole. Concentrate in prevalenza a Nord e al Centro (17 in Toscana, 16 in Veneto, 13 in Emilia Romagna, 9 in Lombardia), esse sono diffuse anche nel resto della Penisola (17 in Sicilia, 11 in Puglia e 10 in Calabria).
Le Strade del Vino rivestono un’importanza strategica non indifferente, tanto che nel 2017 una ventina di esse si sono organizzate nel Coordinamento Nazionale delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori, arrivando oggi a contare ben 79 strade, che raggruppano un totale di oltre 1.000 aziende vitivinicole, 500 ristoranti e più di 300 agriturismi.
Ecco che allora la produzione enologica nazionale, se connessa anche al patrimonio turistico in costante crescita, diventa uno dei settori trainanti dell’economia italiana, da tutelare e, soprattutto, da valorizzare.