E’ la coltivazione più diffusa nelle aziende condotte da under 35, e un agricoltore su 10 ne possiede una: è la vigna, vero patrimonio italiano.
Il dato emerge da un’analisi Coldiretti a “Vinitaly 2022”, attraverso una selezione dei prodotti delle nuove generazioni di viticoltori provenienti da tutta la Penisola. Ebbene, sono più di 5.000 i giovani che possiedono una vigna, e che spesso sono impegnati a produrre vini di alta qualità.
Una nuova attenzione alla sostenibilità (e non solo)
Non solo: dall’analisi condotta emerge anche che l’elemento che caratterizza maggiormente la nuova stagione delle vigne e del vino italiano è l’attenzione verso la sostenibilità ambientale. Senza dimenticare la comunicazione e il marketing, aspetti sempre più impattanti in questo settore.
Anche il rapporto con i consumatori è un tema molto caro ai giovani vignaioli che, prendendo in mano le redini delle aziende, imprimono una vera svolta innovatrice. Prova ne è il fatto che quasi una cantina under 35 su tre esporta all’estero i propri prodotti, a fronte del 20% della media generale delle aziende vitivinicole italiane, secondo il rapporto del Centro Studi Divulga.
La situazione attuale a seguito del conflitto in Ucraina
Non solo: a reggere meglio la crisi scatenata dal conflitto in Ucraina sembrano essere proprio i giovani, con il 53% che dichiara di avere una situazione economica soddisfacente contro il 43% del totale nazionale. Merito, forse, anche di una maggiore fiducia nei confronti dell’economia e del futuro rispetto agli imprenditori più adulti.
A livello di estensione del suolo, le aziende agricole dei giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più. Una presenza che ha di fatto rivoluzionato il lavoro in campagna, dove il 70% delle imprese giovani opera in attività multifunzionali. Alcuni esempi? La vendita aziendale del vino, l’enoturismo e – ebbene sì – anche la vinoterapia.
Le vigne italiane, una speranza per il futuro
Come spiega Veronica Barbati di Coldiretti Giovani “le aziende giovani dimostrano grande vivacità e dinamicità imprenditoriale. Questi numeri danno speranza in un tempo complesso come il nostro. Suggeriscono anche di continuare ad investire sull’attrattività del settore attraverso il ricambio generazionale nelle vigne, affinché le grandi sfide legate al cambiamento climatico ed alla sostenibilità in generale possano essere vinte ed in tempi brevi grazie alle energie giovani del nostro Paese”.
(Articolo tratto da winenews.it)