Il Parmigiano Reggiano è da sempre considerato tra i migliori formaggi italiani e tra quelli più apprezzati anche all’estero.
In Italia, questo formaggio è davvero un simbolo del gusto e della bontà, e lo dicono anche i numeri: il Parmigiano Reggiano ha infatti concluso l’anno 2021 con dati molto positivi per quanto riguarda vendite e prezzi, raggiungendo il record storico di 2,7 miliardi di Euro, rispetto ai 2,35 dell’anno precedente.
Il trend, anche nel 2022, è stato molto positivo, confermando ancora una volta come questo prodotto sia la punta di diamante di un settore strategico come quello lattiero-caseario nazionale, senza dimenticare le sue esportazioni in tutto il mondo.
Le vendite del Parmigiano in Italia
Per quanto riguarda i dati di vendita del Parmigiano reggiano nel nostro Paese – che rappresentano il 55% del mercato complessivo – si evidenzia una crescita dei consumi del 4,5% rispetto alle quote dell’anno precedente alla pandemia: 89.101 tonnellate del 2021 rispetto alle 85.258 del 2019. Il livello del 2021 invece risulta inferiore a quello del 2020 (-1,3%). Bisogna, però,considerare che il lockdown ha portato ad una crescita considerevole dei consumi domestici.
Tra i canali distributivi spicca al primo posto la GDO, ovvero la Grande Distribuzione Organizzata (51%). Seguono le vendite dirette dei caseifici e l’industria, che risulta sempre più sospinta dalla popolarità e presenza di prodotti contenenti il Parmigiano Reggiano tra gli ingredienti.
L’export del Parmigiano Reggiano
Il Parmigiano, però, come già accennato prima, vola anche all’estero, tanto da far arrivare la quota delle esportazioni ad un ottimo 45%, con un incremento del 2,9% a volume rispetto all’anno prima. Il mercato americano rappresenta quello principale (21% dell’export complessivo), a cui fanno seguito quello francese (19%) e tedesco (17%). Seguono, invece, il britannico (11%) e il canadese (5%).
L’andamento migliore rispetto al 2020 si è registrato negli USA (+10,4%), in Canada (+5,5%) e in Francia (+4,5%).
Per quanto riguarda il mercato europeo, si è registrato negli ultimi anni un balzo della Svizzera (+14,7%) e della Svezia (+13,2%). Come invece era prevedibile, si è visto un crollo della Gran Bretagna a causa della Brexit (-15,6%) ed una lieve frenata della Germania (-1,9%).
Il Presidente del Consorzio, Bertinelli, evidenzia la soddisfazione di aver retto ai problemi relativi alla pandemia e anzi di aver ampliato i consumi, riuscendo a tenere stabili anche i prezzi alla produzione. Per il Consorzio, si guarda al futuro con un discreto ottimismo.
Tuttavia, resta l’incognita sull’economia italiana ed internazionale degli effetti della guerra russo-ucraina. Senza dimenticare il rallentamento dell’economia, l’alta inflazione, i costi energetici e delle materie prime. Una sfida che però non deve fare paura, e che può essere un’occasione per puntare ancora più in alto, con una vera punta di diamante del “Made in Italy”.
(Articolo tratto da lapecorella.it. Foto di copertina: Pixabay)