luca siciliano orteat

Cambiare vita e trasformare la propria passione in un lavoro: è quello che ha realizzato Luca Siciliano, giovane imprenditore agricolo con un forte approccio sul digital.

Fondatore di Orteat, Luca gestisce un team di 10 persone e vive tra Milano e la Calabria, dove ha avviato anche un’azienda agricola.

Lo incontriamo a Milano per scoprire il suo mondo.

Ciao Luca, raccontaci chi sei

Sono un imprenditore in ambito agricolo e sono il fondatore di Orteat, start up nata nel 2019 con l’obiettivo di portare i prodotti migliori degli agricoltori italiani direttamente a casa delle persone, in tutta Italia.

Di che cosa ti occupavi prima di fondare Orteat?

Prima di fondare Orteat ho avviato un’azienda agricola in Calabria dove producevo – e produco tutt’ora – avocado e agrumi. In passato ho lavorato in azienda e poi mi sono trasferito negli Stati Uniti, dove ho collaborato con una start up digital.

Sono laureato in Economia, ma in questi anni ho anche preso la laurea in Scienze Agricole. Ora, di fatto, sono un agronomo: posso dire di aver realizzato il mio sogno.

Come descriveresti Orteat?

E’ una piattaforma che lavora con agricoltori su tutto il territorio italiano. Dopo aver ricevuto l’ordine, l’agricoltore raccoglie la frutta e la verdura dal proprio campo, per far sì che vengano consegnate in tutta italia in 24-48 ore.

La frutta di Orteat, di fatto, è sempre appena raccolta, ma non solo: i clienti possono anche conoscere il singolo agricoltore, perchè è sempre specificata la provenienza locale del prodotto, per valorizzare le diverse realtà del territorio.

Orteat di Luca Siciliano

Che cosa è possibile ordinare, attualmente, su Orteat?

Attualmente si trovano agrumi, avocado, verze, spinaci, pere, mandarini e limoni, oltre ai carciofi: ovviamente la disponibilità del prodotto varia molto in base alla stagionalità.

Raccontaci la tua giornata tipo

Premettendo che è difficile stabilire una giornata tipo, mi sveglio la mattina presto, leggo, poi inizio a lavorare – se sono a Milano, perchè trascorro circa 15 giorni al mese in Calabria – vado negli uffici di Orteat e gestisco gli appuntamenti, incontro il team.

Nel tempo libero, inoltre, sono volontario dei FAI Calabria, in particolare coordino il Gruppo Giovani FAI Calabria e faccio anche parte del Consiglio di Amministrazione del FAI.

In generale sono però una persona che è spesso in viaggio. Posso proprio dire che vivo tra la Calabria e Milano!

Che cosa significa, oggi, essere imprenditore in un settore così dinamico come quello agroalimentare?

È un settore molto complesso, si ha a che fare con un prodotto che deperisce velocemente e che può subire variabili esterne, come il cambiamento climatico, che sull’agrucoltura si sente tantissimo e rende poco prevedibili la raccolta.

Una delle sfide che vedo davanti è portare sulla tavola dei miei clienti prodotti sempre freschi e sostenibili, facendo in modo che gli agricoltori abbiano soddisfazioni economiche e, al tempo stesso, riducendo l’impatto ambientale di tutta la filiera.

Orteat, Luca Siciliano

Hai toccato un tema molto importante, quello della sostenibilità

Per noi è un valore chiave: lavoriamo solo con aziende agricole biologiche o che lo stanno per diventare, siamo forti sul tema della sostenibilità e sono molto orgoglioso di poterlo dire.

Quanto è importante per te valorizzare il prodotto italiano?

È importante nella misura in cui il prodotto vale davvero. Dal mio punto di vista l’italianità è importante se i prodotti sono buoni, non ne faccio un discorso a priori, deve essere un tema davvero qualitativo.

C’è anche un discorso di impatto ambientale, nel senso che io mi baso sempre su un approccio di chilometro vicino, mi adatto alla stagionalità. Questa è una scelta mia personale, ma credo (e spero!) di non essere l’unico a seguirla.

Che cosa consiglieresti di ordinare a chi arriva per la prima volta su Orteat?

Consiglierei senza dubbio di provare una cassettina di avocado o di agrumi, sono il nostro fiore all’occhiello!

In molti ci chiedono, in generale, se creiamo cassette con un mix di prodotti, ma dal momento che puntiamo sempre alla freschezza, questo non è possibile perchè perderemmo troppo tempo e non garantiremmo l’alta qualità che ci contraddistingue.

Dalle tue parole traspare una forte carica motivazionale. Che cosa consiglieresti ad un giovane che desidera creare qualcosa di suo, proprio come hai fatto tu?

Prima di diventare un imprenditore, come accennavo prima, lavoravo in azienda, poi ho aperto una mia attività in ambito digital e poi ho fondato Orteat. Personalmente, ho sempre avuto questa vena nel mio DNA, non mi vedrei a fare un lavoro che non abbia una forte componente imprenditoriale.

Ad un giovane che decide di intraprendere questo percorso suggerirei di accettare il fatto di vivere continuamente sulle montagne russe, essere sottoposto a tantissime variabili, ma con lo sguardo rivolto sempre verso il futuro.

Ogni percorso imprenditotale è costellato di fallimenti, tentativi, poi ad un certo punto può succedre che un’idea o un progetto vadano bene e tutto inizi a filare liscio, ma di fatto ci possono essere, o presentarsi, numerose criticità. Bisogna tenerne sempre conto.

Molte persone, quando racconto che sono un imprenditore, vedono solo il lato della libertà, ma dall’atro c’è sempre un discorso difficile da un punto di vista psicologico, occorre avere una certa tenuta caratteriale. Indubbiamente la libertà ha a che fare anche con la precarietà, soprattutto se davvero hai a cuore la tua realtà, perchè la metterai sempre al primo posto. A me succede con Orteat: è il mio sogno che si è realizzato e non posso non prendermene cura.