A Pompei il profumo del tartufo campano incontra i grandi vini rossi del Vesuvio nella degustazione autunnale firmata Bosco de’ Medici Winery.
È stato un matrimonio sotto il segno di Giove, quello celebrato presso la Bosco de’ Medici Winery tra il “nettare del Vesuvio” e il tartufo campano.
Tra vigneti sperimentali e innovativi processi di affinamento in anfore di terracotta, Bosco de Medici è una realtà proiettata al futuro, ma con radici ben piantate nel passato. Per trasferire in ogni bottiglia la ricchezza di un territorio senza eguali in Europa.
La tenuta si estende in un sito, nell’immediato suburbio dell’antica città di Pompei, fuori dalla cosiddetta Porta Sarno. Da quest’ultima, un tempo, si estendeva la “chora” pompeiana, ovvero il terreno ad uso agricolo, che per lo più era destinato a vigneti e uliveti.
Se è vero che fu un fulmine di Zeus ad aver dato vita al tartufo, fecondando il grembo della terra (Gea) è parimenti racconto dalla mitologia greco-romana il mito dell’allegria spensierata del suo rampollo Bacco, inventore del vino.
Ad un centinaio di fortunati ospiti ed amici invitati al “matrimonio dei sapori autunnali” è stato riservato il privilegio di gustare ed apprezzare il valore di due grandi vini rossi del Vesuvio: aglianico pompeiano Igt 2017 e Lavarubra – Vesuvio Doc Lacryma Christi Rosso 2017.
Le portate preparate dall’impareggiabile resident chef Gioacchino Nocera hanno previsto per primo un tortello di stracotto di marchigiana su fonduta di provolone e tartufi e per secondo bianco di vitello al tartufo con accompagnamento di polenta e verdure di stagione.
La piacevole sorpresa per il palato era arrivata già all’inizio con la degustazione del fresco e profumato aroma del Lavaflava – Vesuvio Doc Lacryma Christi Bianco 2017 creato con uvaggio di Caprettone e Falanghina. Si tratta di un vino bianco dotato di un’equilibrata acidità, che preserva gli aromi sotterranei del tartufo.
Celebre fu la considerazione dell’archeo-sommelier della winery vesuviana Antonio Russo: «La cosa importante è abbinare vini e cibi dello stesso territorio». È assolutamente vero, poiché la natura, nella sua incredibile biodiversità, offre meravigliosi abbinamenti di gusto cibo-vino per ogni territorio, anche se non tutti ne colgono il valore.
Al termine dello “sposalizio d’autunno”, dopo aver apprezzato il dolce dell’evento, la Foresta Nera, gli ospiti non poterono che complimentarsi con le professionali “brigate del gusto” di sala e di cucina del Bosco de’ Medici Winery.