Autore: MARCO REZZANO
SOMMELIER PROFESSIONISTA, DEGUSTATORE E RELATORE A.I.S.

Nella ridente Valle D’Aosta, terra di pascoli, lussureggianti boschi e profonde valli che la rendono affascinante e magica, esistono luoghi e tradizioni che aiutano a combattere il freddo di un indomito clima alpino con l’unica arma possibile; il caldo. Il caldo di una minestra antica, il caldo di un microclima “infernale” per la maturazione di un’uva delicata, affinché si trasformi in corroborante vino.

Così in Valpellice, ai confini con il cantone del Vallese, nasce la zuppa Valpellinentze, elogio al piatto povero per antonomasia di una cucina valligiana di isolamento; pane raffermo, cavolo verza, pancetta, brodo di carne (in origine vegetale) burro e fontina per dar vita alla più popolare delle preparazioni invernali.

Poco lontano, fra le rocce di Arvier, in una conca benedetta, sottratta alla montagna ed esposta completamente a sud (L’ Enfer), già dal 1312 si coltiva petit rouge. Vitigno esile e cagionevole che solo grazie ai raggi caldi e luminosi di un sole rinfrancante, dopo lunghe esposizioni regala frutti che diventeranno delizioso vino. Un vino “caldo”, solare, fruttato e succulento, un vino generoso che sa di pietra e di fatica.

Se vi capita di passare ad Arvier non cercate il parroco perché la perpetua vi risponderà: “il souffre a l’enfer”. Si anche il Don combatte il freddo nei terrazzamenti infernali di Arvier con una succulenta zuppa Valpellinentze e bevendo petit rouge, o meglio Enfer d’Arvier.