E’ uno dei simboli dell’Italia e della sua buona cucina, re indiscusso della tavola e protagonista della Dieta Mediterranea: è l’olio, un bene prezioso per il nostro Paese.
Un posto (molto) importante
Questo prodotto, così essenziale e al tempo stesso genuino, vede l’Italia tornare al secondo posto della produzione olivicola mondiale per la campagna 2021/2022. A comunicarlo è Unaprol-Consorzio Olivicolo Italiano, in base a stime ufficiali diffuse dal Consiglio Oleicolo Internazionale.
Il potenziale produttivo dell’olio in Italia è ancora lontano
Al primo posto regna sovrana la Spagna, con quasi 1,3 milioni di tonnellate prodotte. L’Italia, in crescita del 15% rispetto allo scorso anno nonostante una campagna inferiore alle attese e ad alcune difficoltà climatiche, è comunque ancora molto lontano dal suo potenziale produttivo massimo.
Una raccolta difficile
In particolare, la raccolta di questa stagione non raggiunge nemmeno la metà di quella di venti anni fa: si è passati dalle 674.000 tonnellate di prodotto della campagna 1991/1992 alle 315.000 del 2021/2022. Un dato che conferma il trend degli ultimi 10 anni che ha visto come punta massima le 475.000 tonnellate prodotte nella campagna 2015-2016.
Come (e dove) stanno gli altri Paesi
Aprendo lo sguardo sugli altri Paesi, la Grecia registra un calo del 18,2%, scendendo dal secondo al quinto posto, sopravanzata anche da Tunisia e Turchia.
Tra gli altri Paesi produttori va bene il Marocco che, con le sue 200.000 tonnellate, incrementa del 25% la propria produzione olivicola. Bene anche Portogallo (+20%) ed Algeria (+39%).
La concorrenza dell’olio tra corse e rincari
Quello dell’olio è, di fatto, un settore in cui cresce continuamente la concorrenza; è questo l’aspetto da tenere in considerazione in un periodo in cui le aziende devono anche fare i conti con il rincaro dei costi.
Il Presidente Unaprol, David Granieri, commenta così il forte cambiamento del settore: “Questi dati ci fanno riflettere alla luce degli enormi progressi registrati negli ultimi dieci anni da Paesi come Tunisia, Turchia, Portogallo. Abbiamo il dovere di incrementare la nostra produzione per aumentare la quantità di olio 100% italiano di qualità, e in tal senso occorre sfruttare al massimo lo stanziamento di 30 milioni di euro per la nascita di nuovi oliveti o il rinnovo di quelli già esistenti”.
Un obiettivo tanto ambizioso quanto necessario, se si desidera davvero che il nostro Paese torni ad una produzione non solo da podio, ma da primo posto.