Frolla

C’è un posto, sulle colline marchigiane che guardano la Riviera del Conero, dove l’amore per il sociale ha incontrato l’arte della pasticceria, creando un microbiscottificio molto speciale: Frolla. Il progetto, nato dalla volontà di due giovani del luogo, si pone l’obiettivo di includere in un’attività lavorativa alcuni ragazzi diversamente disabili, insegnando loro un mestiere e aiutandoli a integrarsi meglio nella società.

E’ stata l’intuizione di Jacopo e Gianluca, amici di sempre – uno con la passione della pasticceria e l’altro con una vera vocazione per il sociale – a dare forma all’idea. Ecco che allora, da quasi quattro anni, il loro sogno è diventato realtà, grazie al successo di una campagna di crowdfunding e al coinvolgimento di numerosi imprenditori e professionisti del settore

Ci facciamo raccontare tutto da Jacopo, uno dei due soci di questo progetto.

. Ciao Jacopo, come nasce il micro-biscottificio Frolla?

Frolla nasce nel maggio del 2018, da una storia di amicizia tra me e Gianluca: lui proveniva dal mondo delle cooperative sociali, io da quello della pasticceria. Siamo amici da sempre, e insieme abbiamo deciso di lanciare questo progetto, sia con un crowdfunding che con il sostegno di alcuni imprenditori del luogo. Nonostante qui il crowdfunding non fosse molto conosciuto, abbiamo riscontrato subito un forte interesse, oltre le aspettative!

In questi quasi 4 anni di attività, infatti, siamo cresciuti sempre di più, creando anche un bar, un servizio di colazione itinerante con il nostro Frolla Bus e anche un e-commerce.

. Come è organizzata la vostra giornata?

Ci siamo strutturati al martedì alla domenica su turni di 4 ore, mattina e pomeriggio. Abbiamo inserito, in tutto, 18 ragazzi con disabilità: qualcuno sta al bar, qualcun altro in magazzino, qualcuno invece è più itinerante

C’è ovviamente una supervisione, anche se puntiamo molto sul creare percorsi di autonomia per i ragazzi, per offrirgli una maggiore consapevolezza di se stessi e delle loro potenzialità. In generale, però, puntiamo sul concetto di qualità – del servizio e dei prodotti – e non su quello della “pena”. Desideriamo che i clienti vengano da noi perché i nostri biscotti sono buoni e per questo motivo lavoriamo tanto anche sulla nostra comunicazione.

A questo proposito, quanto conta per voi il discorso dell’artigianalità?

Per noi è fondamentale, cerchiamo sempre materie prime locali. Per la farina, per esempio, abbiamo scelto un prodotto a km 0 rifornendoci da un mulino del territorio.

Cerchiamo di evitare i semi lavorati, anche perché, scegliendo le materie prime, garantiamo più attività per i nostri ragazzi. Per i canditi dei panettoni e delle colombe, per esempio, collaboriamo con un campo di agricoltura biologica che ci fornisce albicocche e pesche appena raccolte.

. Vi trovate in una zona molto turistica: questo flusso vi coinvolge direttamente?

Indubbiamente questa è una zona a forte impatto turistico: siamo a pochi chilometri dal mare, dalla bellissima Riviera del Conero, e siamo vicini a Offagna, un delizioso borgo medioevale che ogni anno attira migliaia di turisti.

In estate, poi, l’entroterra dove siamo ubicati diventa la meta preferita dai turisti stranieri, soprattutto tedeschi e danesi. Abbiamo delle famiglie della Danimarca, che hanno la seconda casa qui, che tornano ogni estate nel nostro bar perché si sono affezionate. In questo senso, per noi il turismo è fondamentale.

Che cosa vuol dire, per dei giovani come voi, vivere e lavorare a Osimo, un paese di provincia?

Sono tornato a Osimo dopo un anno di lavoro in Australia, dove il crowdfunding è molto diffuso. Una volta tornato a casa, mi sono dedicato a Frolla e ai suoi finanziamenti. Considera che quando abbiamo fatto domanda per il crowdfunding i gestori della piattaforma erano un po’ perplessi, perché temevano che in un piccolo paese questa modalità partecipativa non venisse compresa. In realtà è accaduto il contrario, cioè che la nostra comunità si è sentita partecipe. E’ come se un gruppo di persone si fosse proprio mosso a livello economico: in questo senso l’essere radicati sul territorio ci ha aiutato molto, raggiungendo risultati oltre le nostre aspettative.

In questi paesi tutti ci conosciamo, c’è stata tanta vicinanza tra le persone, forse su un territorio enorme con rapporti più freddi, tutto questo non sarebbe stato possibile. Credo, in questo senso, che anche dopo il Covid ci sia stato un po’ un ritorno alle origini, senza contare che con i mezzi di comunicazione, ormai, si può arrivare ovunque.

. Che cosa si può acquistare da voi?

Lavoriamo sul prodotto confezionato di alta qualità, quindi biscotti, panettoni, colombe. Al bar abbiamo brioche che i nostri ragazzi farciscono al momento con le marmellate che produciamo noi.

. Che tipo di suggerimento vorresti dare a chi desidera intraprendere un percorso come il vostro?

Io quello che cerco di comunicare è che portare un valore (nel nostro caso sociale) in una realtà è un qualcosa di impagabile, sia a livello di comunicazione che di responsabilità verso il mondo, oltre che di business. Senza dimenticare che il crowdfunding – che nel nostro caso è stato molto positiv – è fondamentale per tutti quei giovani che desiderano creare qualcosa di loro, basandosi sulle loro idee, sulla loro creatività e, ovviamente, anche sulla giusta comunicazione.